La realizzazione corretta del menù è fondamentale per l’offerta F&B degli alberghi
Il menù come strumento strategico per il reparto F&B
Un tempo lo spazio Food & Beverage di una struttura ricettiva aveva un solo obiettivo: offrire un servizio. Oggi, invece, è diventato un vero e proprio motore di identità e redditività. Molti hotel costruiscono la propria immagine proprio attorno al comparto F&B: format di ristorazione, concept di pasticceria, aree breakfast aperte anche alla clientela esterna contribuiscono sempre più al fatturato e al posizionamento del brand.
In questo contesto, un elemento spesso sottovalutato – e troppo di frequente affidato semplicemente a un grafico – è il menù. Dietro questo strumento apparentemente banale si nasconde un universo fatto di analisi dei costi, percezione del cliente e strategie di vendita. Il menù, infatti, è il punto di incontro tra l’esperienza dell’ospite e gli obiettivi economici della struttura.
L’ingegneria del menù
Il menù è il più efficace strumento di marketing di un ristorante o di un hotel, ma solo se viene utilizzato con consapevolezza. A spiegare come farlo interviene la disciplina del Menu Engineering, ovvero l’ingegnerizzazione del menù: una metodologia che studia le strategie per massimizzare i profitti guidando le scelte del cliente in modo etico e intelligente.
Non si tratta di manipolazione, ma di ottimizzazione reciproca: il cliente trova il piatto che lo soddisfa pienamente, mentre il ristorante orienta le vendite verso le proposte più redditizie. Il risultato è una scelta consapevole, razionale e coerente con le esigenze di entrambe le parti.
Il principio della semplicità
Una delle regole fondamentali del Menu Engineering è la leggerezza: pochi piatti, ben studiati. In media, 6 o 7 referenze per categoria sono sufficienti per garantire varietà senza generare confusione. Troppa scelta disorienta il cliente e riduce la redditività.
Gli studi comportamentali mostrano che un cliente impiega circa 1 minuto per analizzare il menù e poco più di 15 secondi per decidere cosa ordinare. Agire sulle prime impressioni è quindi cruciale per indirizzare le scelte.
La grafica e la psicologia del menù
La presentazione visiva del menù influisce in modo diretto sulle vendite. Prima domanda da porsi: quali piatti vogliamo evidenziare? È strategico mettere in risalto le proposte con maggior margine di profitto, utilizzando elementi grafici che catturino lo sguardo: colori differenti, cornici, riquadri o immagini di alta qualità.
I “punti caldi” del menù
Le ricerche mostrano che l’occhio del cliente si concentra prima su determinate aree del menù, i cosiddetti punti focali. Se il menù è su una sola pagina, l’attenzione ricade al centro; se è a due pagine, in alto a destra; se a tre, nella pagina centrale. È qui che conviene collocare i piatti più redditizi o rappresentativi.
Le tecniche di persuasione
Tra le strategie più efficaci vi è la “tecnica sandwich”: il primo piatto deve avere un prezzo basso, il secondo – conveniente per il cliente ma ad alta marginalità per il ristorante – diventa il più scelto, e solo dopo compaiono le opzioni più costose. Questa sequenza favorisce scelte equilibrate e profittevoli.
Anche il potere delle parole è determinante: descrizioni evocative e sensoriali aumentano le vendite fino al 20%. Evitate frasi banali come “filetto alla griglia” e preferite descrizioni sintetiche ma suggestive, come “cuore di filetto di manzo grigliato su brace di legna”.
Menù speciali e strategie complementari
Creare un menù dedicato ai bambini incrementa lo scontrino medio per tavolo grazie all’effetto “shared-course”, che porta ogni commensale ad avere la propria porzione. Allo stesso modo, proporre carte dedicate a dessert, vini, caffè o liquori può aumentare le vendite del 15-30%.
Gli errori da evitare
- Evitare l’allineamento verticale dei prezzi: facilita il confronto immediato e spinge verso l’opzione più economica.
- Non usare immagini generiche o non reali: investire in fotografie autentiche della propria offerta aumenta la credibilità e le vendite dei piatti illustrati del 20-25%.
- Non pensare che il menù basti da solo: è solo una parte della strategia. Il personale di sala deve essere formato su up selling e cross selling, conoscendo perfettamente ogni piatto e saper suggerire abbinamenti mirati.
Un equilibrio tra redditività, immagine e costi
In sintesi, il menù deve rispecchiare e rafforzare il posizionamento dell’hotel nella mente del cliente. Ogni scelta – grafica, descrittiva e strategica – deve muoversi all’interno di un triangolo ideale fatto di redditività, immagine e controllo dei costi. Solo così il menù diventa un vero alleato del business, capace di generare valore e fidelizzazione.
A cura di Giacomo Pini – consulente in marketing turistico e ristorativo, fondatore di GPStudios e autore di numerosi testi di riferimento sul marketing dell’ospitalità.






