Tanti i rischi per le imprese che scelgono scorciatoie, adottando contratti collettivi non stipulati da organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative a livello nazionale
Il CCNL Turismo: il riferimento per il settore
Il CCNL Turismo, sottoscritto da Federalberghi, Faita, FederCamping e dalle organizzazioni sindacali Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs-UIL, identificato dal codice CNEL H123, è il contratto collettivo nazionale più applicato dalle imprese turistico-ricettive italiane. Si stima che circa l’80% dei lavoratori del settore sia oggi regolato da questo contratto, sia in termini di imprese aderenti sia di rapporti di lavoro attivi.
CCNL “pirata”: un rischio concreto per le imprese
Nel Documento di programmazione dell’attività di vigilanza 2024, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha posto tra le priorità il contrasto al fenomeno del dumping contrattuale, ovvero l’utilizzo di contratti collettivi sottoscritti da soggetti privi di adeguata rappresentatività, i cosiddetti contratti pirata.
L’obiettivo dichiarato è quello di reprimere l’uso strumentale di contratti che minano le tutele dei lavoratori e falsano la concorrenza tra imprese. Le aziende che li applicano – consapevolmente o meno – si espongono a sanzioni di notevole entità e a conseguenze economiche, normative e reputazionali che possono compromettere la regolarità dell’attività.
Contratti non rappresentativi: stop a stagionali, apprendistato e agevolazioni
Come chiarito dall’INL, le imprese che applicano contratti collettivi non stipulati da organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative perdono l’accesso a numerosi strumenti del mercato del lavoro.
In particolare, non possono utilizzare istituti come:
- contratti a tempo determinato con le flessibilità previste dai contratti leader;
- contratti di apprendistato regolati da discipline riservate alla contrattazione qualificata;
- forme di orario flessibile o modulazioni dei diritti e doveri previste solo da accordi riconosciuti.
In assenza di un contratto “leader”, tali istituti risultano inapplicabili, e le relative clausole contrattuali prive di validità. Inoltre, solo i contratti collettivi stipulati da soggetti rappresentativi consentono di usufruire delle agevolazioni normative e contributive previste dalla legislazione nazionale e regionale. Di fatto, quindi, un apparente risparmio iniziale può tradursi in una perdita economica rilevante.
Appalti e subappalti: obblighi rafforzati
Un ulteriore ambito di rischio è rappresentato dagli appalti. Il Decreto Legislativo n. 276/2003, come modificato dal nuovo comma 1-bis dell’articolo 30, ha introdotto un importante principio di tutela: gli appaltatori devono garantire ai lavoratori condizioni economiche e normative non inferiori a quelle previste dai contratti collettivi nazionali e territoriali stipulati da organizzazioni comparativamente più rappresentative.
Ciò comporta due obblighi rilevanti:
- l’impresa appaltatrice deve applicare il contratto leader del settore e del territorio di riferimento;
- il committente è responsabile in solido in caso di inadempienze, potendo essere chiamato a rispondere delle irregolarità del fornitore.
Di conseguenza, l’utilizzo di contratti “pirata” espone non solo l’impresa esecutrice ma anche l’intera filiera di fornitura a ispezioni, contenziosi e sanzioni.
Un danno per la concorrenza e per il sistema
L’applicazione di contratti non rappresentativi genera una concorrenza sleale che penalizza l’intero settore. Come rilevato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, tali pratiche non solo ledono i diritti dei lavoratori, ma alterano le dinamiche di mercato, erodendo le basi della contrattazione collettiva e creando un effetto domino di irregolarità che danneggia imprese corrette e istituzioni.
In un contesto di vigilanza rafforzata e crescente attenzione alla qualità del lavoro, scegliere consapevolmente quale contratto collettivo applicare non è più una semplice formalità. Optare per la contrattazione leader del settore turismo, rappresentata dal CCNL Turismo Federalberghi, è oggi una decisione strategica che tutela l’impresa sotto il profilo giuridico, economico e reputazionale.
Il rischio di sanzioni, esclusioni da benefici e contenziosi dimostra che i contratti non qualificati non rappresentano una scorciatoia, ma un potenziale boomerang per le aziende che li adottano.






