Caldo estremo e pulizie: protocolli di sicurezza per operatori a 40°C

L’estate 2025 ha portato con sé record di temperatura che hanno trasformato le pulizie con il caldo estremo una vera emergenza di sicurezza sul lavoro. Quando il termometro supera i 40°C e il sole picchia implacabile su terrazze, piscine e aree esterne degli hotel, gli operatori delle pulizie si trovano in prima linea contro lo stress termico.

Il Protocollo Caldo 2025 del Ministero del Lavoro ha finalmente formalizzato quello che molte aziende del settore hospitality già sapevano: lavorare con temperature estreme non è solo un disagio, ma un rischio professionale. Per le strutture alberghiere, questo significa ripensare completamente i protocolli di sicurezza per gli operatori in estate, sia per il benessere del personale che per la continuità operativa degli hotel.

Un operatore colpito da malore termico durante le pulizie, oltre ad essere chiaramente una tragedia a livello umano, si ripercuote anche sull’intero piano di turnover giornaliero.

I rischi reali delle pulizie estive

Il fenomeno dello stress termico si manifesta in tre fasi progressive che ogni responsabile delle pulizie deve saper riconoscere, specie chi lavora all’aperto sotto il sole.

Il primo stadio è l’affaticamento da calore, caratterizzato da sudorazione eccessiva, debolezza muscolare e difficoltà di concentrazione. Questa fase è ancora reversibile, ma richiede intervento immediato: spostamento in ambiente fresco, idratazione e riposo.

Il secondo stadio è l’esaurimento da calore, dove compaiono nausea, vertigini e confusione mentale. A questo punto, l’operatore potrebbe non essere più in grado di riconoscere autonomamente il proprio stato di pericolo, rendendo fondamentale il lavoro in squadra e la supervisione costante. Le pulizie con il caldo estremo richiedono che nessun operatore lavori mai da solo durante le ore critiche.

Il terzo stadio è il colpo di calore, un’emergenza medica assoluta dove la termoregolazione corporea collassa completamente. I sintomi includono pelle secca e bollente (la sudorazione si ferma), alterazioni dello stato mentale fino alla perdita di coscienza. In questa fase, ogni minuto è cruciale: la temperatura corporea può raggiungere i 42°C, causando danni permanenti agli organi interni.

La particolarità delle pulizie alberghiere è che spesso si svolgono in ambienti “ibridi”: si inizia in una camera climatizzata e si prosegue su balconi o terrazze esposti al sole diretto, creando shock termici che amplificano i rischi.

Tecnologie e strategie per affrontare l’estate rovente

Le strutture alberghiere all’avanguardia stanno implementando sistemi di monitoraggio in tempo reale che combinano dati meteorologici, biometrici e operativi per ottimizzare la sicurezza del personale.

I dispositivi wearable (braccialetti o cerotti smart) possono monitorare frequenza cardiaca, temperatura corporea e livelli di idratazione degli operatori, inviando alert automatici quando i parametri superano le soglie di sicurezza. Questi sistemi permettono interventi preventivi prima che si manifestino i sintomi di stress termico.

L’organizzazione degli orari deve seguire la logica del “picco inverso”: le operazioni più intensive (pulizie straordinarie, lavaggio di superfici esterne) vengono concentrate nelle prime ore del mattino (5:00-8:00) quando le temperature sono ancora sopportabili. Le pulizie ordinarie delle camere possono essere distribuite durante tutta la giornata, privilegiando

I protocolli per le pulizie con temperature alte prevedono anche l’utilizzo di indumenti tecnici: tessuti traspiranti, colori chiari per riflettere il calore, cappellini.

Gestione delle emergenze

La differenza tra un intervento tempestivo e uno tardivo può determinare esiti completamente diversi per la salute dell’operatore colpito da stress termico.

La procedura prevede tre fasi simultanee: rimozione immediata dell’operatore dall’ambiente caldo, applicazione di tecniche di raffreddamento rapido (panni umidi su polsi, collo e tempie), e attivazione dei soccorsi medici. Nel frattempo, un secondo operatore deve prendere immediatamente il posto del primo per completare le operazioni critiche (come la sanificazione di una camera in partenza).

Le pulizie straordinarie durante i periodi estivi richiedono una riorganizzazione completa: invece di un operatore che lavora per ore consecutive, si utilizzano squadre a rotazione con turni di 20-30 minuti seguiti da pause di recupero in ambienti climatizzati.

Particolare attenzione deve essere dedicata agli operatori più vulnerabili: over 50, persone con patologie croniche (diabete, ipertensione), chi assume farmaci che alterano la termoregolazione. Per questi soggetti, i protocolli sicurezza per gli operatori in estate prevedono limitazioni specifiche e monitoraggio intensivo.

La formazione del personale deve includere simulazioni pratiche di emergenza calore, dove gli operatori imparano a riconoscere i sintomi su se stessi e sui colleghi. Troppo spesso, la vittima di stress termico è l’ultima a rendersi conto del proprio stato, rendendo fondamentale l’osservazione reciproca e l’intervento tempestivo dei colleghi.

Ordinanze regionali e protocolli aziendali

Per l’estate 2025, diverse regioni che hanno emanato ordinanze specifiche per proteggere i lavoratori esposti a temperature estreme. Sicilia, Puglia, Toscana e altre regioni hanno introdotto il divieto di lavoro all’aperto nelle ore 12:30-16:00 quando il sistema Worklimate dell’INAIL segnala rischio “alto”.

I protocolli delle strutture devono quindi integrarsi con le indicazioni regionali, creando un sistema a più livelli che garantisce conformità normativa e sicurezza operativa. Le aziende più lungimiranti stanno già implementando sistemi automatizzati che sospendono automaticamente le operazioni esterne quando le condizioni meteorologiche superano le soglie di sicurezza.

Anche le compagnie assicurative stanno iniziando a richiedere certificazioni specifiche sui protocolli di sicurezza estivi come prerequisito per la copertura degli infortuni termici.

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