Le tante facce dell’hotellerie italiana per diversificare l’offerta alberghiera e rispondere ai target emergenti

Non importa se di lusso o low budget. Esclusivo o contemporaneo. Che si tratti di un edificio storico dove regna la tradizione o di un hub moderno, dove convergono ospitalità, co-working e attività commerciali. L’hotel del futuro non offre un’esperienza neutra o incolore, adatta a tutti i gusti. È piuttosto uno spazio connotato in maniera chiara che, giocando le carte della qualità e dell’offerta strutturata, sa rispondere alla nuova domanda turistica che si contraddistingue per flessibilità, segmentazione, richiesta di personalizzazione ed esperienze diverse.

Se guardiamo alle aperture degli ultimi anni queste riguardano o quattro e cinque stelle oppure format nuovi progettati fin nei minimi aspetti, che a prezzi contenuti offrono però esperienze e servizi di qualità.

E i dati Istat lo confermano: anche in Italia gli investimenti nel settore alberghiero spingono verso strutture di maggiore qualità a scapito degli esercizi di categoria più bassa. Nel decennio che va dal 2007 al 2017, i posti letto nelle strutture a quattro e cinque stelle sono cresciuti rispettivamente del 54 e del 33%, mentre il numero dei posti letto negli esercizi a due e una stella si è ridotto di circa 5,6 punti in termini di quota sul totale, dal 16,5% del 2007 all’11 del 2017.

Insomma, sempre meno spazio alle strutture di fascia inferiore, quelle che per abbattere i costi tagliano voci di spesa e servizi e largo a quelle dove la qualità e la cura di ogni aspetto sono la regola. Il mercato oggi offre format consolidati oppure innovativi che hanno, però, come denominatore comune quello di offrire un’esperienza distante anni da luce dall’omologazione. Ci sono, ad esempio, gli alberghi storici, quegli indirizzi iconici e ricchi di fascino che sono stati disegnati per essere opere d’arte senza tempo.

Soggiornare in queste strutture è come fare un viaggio all’interno della storia. Storia che si respira nella hall, negli arredi e negli oggetti d’epoca, ma anche nell’atmosfera e nella ricerca dei viaggiatori più attenti delle tracce e dei segni del passato.

Il servizio, qui, esclusivo e vecchio stile, ruota attorno a esperienze personalizzate, in grado di trasformare la permanenza anche in un’occasione di arricchimento culturale. E poi, dall’altra parte, ci sono i nuovi spazi ibridi dalla natura polivalente, le strutture low budget sulle quali anche le catene più blasonate così come le realtà nuove hanno deciso di investire. Edifici progettati ex novo che mescolano servizi di hotellerie tradizionale a ristorazione, co-working ed eventi, attività commerciali e occasioni di condivisione.

Ma, si badi, non sono universi distinti, sono piuttosto le due facce dell’ospitalità. Due modi di fare accoglienza all’apparenza agli antipodi ma accomunati dall’esigenza di non lasciare nulla al caso e di accontentare un turista che rifiuta un’esperienza standardizzata o ripetitiva. Un trend, questo, che ha ormai ridisegnato.