I dati occupazionali nel nostro settore, dal 2019 a oggi, hanno subìto diverse oscillazioni, che variano a seconda dei comparti
Il settore turistico in Italia continua a rappresentare uno dei pilastri dell’economia nazionale. Dopo gli anni difficili segnati dalla pandemia, il turismo ha mostrato una crescita costante, superando nel 2023 i livelli pre-Covid e confermandosi nel 2024 come una risorsa vitale per l’intero Paese.
Ma com’è cambiato il mercato del lavoro nel turismo? Chi sono oggi le persone che ci lavorano, e con quali contratti? Qual è l’impatto della stagionalità sull’occupazione? In questo articolo analizziamo il profilo aggiornato del settore con i dati più recenti.
Chi lavora nel turismo oggi?
Il lavoro nel turismo è ancora oggi uno dei principali sbocchi occupazionali per giovani, donne e stranieri. La fascia d’età più rappresentata è quella under 40: quasi il 60% degli occupati nel settore ha meno di 40 anni, un dato che si conferma stabile anche nel 2024. Si tratta di un comparto fortemente attrattivo per chi è alla ricerca di un primo impiego o per chi desidera costruire una carriera legata all’accoglienza, alla ristorazione e al viaggio.
Le donne rappresentano il 52% della forza lavoro, un dato significativo che dimostra quanto il turismo sia un ambito dove la componente femminile trova spazio. Anche la componente straniera è molto presente: il 26% dei lavoratori non è italiano, con una percentuale in leggera crescita nel 2024.
La tipologia dei contratti e il peso della stagionalità
Il mercato del lavoro nel turismo è fortemente legato alla stagionalità, e questo influisce direttamente sulle tipologie contrattuali. Più della metà dei lavoratori ha un contratto a tempo indeterminato, mentre circa il 17-18% lavora con contratti a termine per far fronte ai picchi stagionali.
I dati confermano che il numero di lavoratori varia sensibilmente durante l’anno. A luglio si registra il picco massimo di occupati (oltre 1,57 milioni), mentre il minimo si verifica a febbraio (circa 1,03 milioni). Questo andamento è ormai strutturale nel settore e coinvolge soprattutto operai e apprendisti, che sono i più colpiti da queste fluttuazioni.

Dove si lavora: settori e imprese
La maggior parte degli occupati nel turismo italiano lavora nei pubblici esercizi – bar, ristoranti, pizzerie – che assorbono oltre il 75% dell’occupazione totale. Seguono i servizi ricettivi con circa il 21% e, in misura minore, agenzie di viaggio, stabilimenti termali e parchi divertimento.
Le aziende più strutturate, come gli hotel e i centri termali, impiegano mediamente più personale rispetto ai piccoli esercizi. Durante l’estate, il numero medio di dipendenti per azienda cresce, mentre nei mesi invernali si riduce. Questo modello flessibile è indispensabile per reggere la pressione dei flussi turistici.
Il boom del turismo nel 2023 e 2024
Il 2023 è stato un anno eccezionale per il turismo italiano: oltre 134 milioni di arrivi e 451 milioni di presenze, superando così i livelli del 2019. È tornata a crescere soprattutto la componente internazionale, che ha rappresentato il 52,4% delle presenze.
Nel 2024, gli arrivi hanno subito una leggera flessione (scendendo a 129,3 milioni), ma le presenze hanno toccato un nuovo massimo con 458,4 milioni di pernottamenti. Questo risultato è stato possibile grazie a una permanenza media più lunga, soprattutto da parte dei turisti stranieri, che nel 2024 hanno rappresentato oltre il 54,6% del totale.

2025: una partenza positiva
I primi mesi del 2025 confermano il trend favorevole. A gennaio si è registrato un aumento del 4% negli arrivi e del 3,6% nelle presenze. Febbraio è rimasto stabile, mentre marzo ha visto un lieve rallentamento dovuto alla Pasqua anticipata. Tuttavia, la permanenza media per turista resta alta, specialmente tra i visitatori internazionali.
Turismo in crescita, lavoro da rafforzare
Il turismo italiano è in piena salute: i dati 2024 e 2025 mostrano numeri record per le presenze e una forte spinta internazionale. Tuttavia, il mercato del lavoro resta vulnerabile, soprattutto per chi opera con contratti a termine o in comparti soggetti alla stagionalità.
Per rendere il settore più resiliente, servono politiche che promuovano flessibilità intelligente, formazione continua e una maggiore tutela per le categorie più esposte. Solo così il turismo potrà continuare a crescere garantendo qualità, sostenibilità e dignità occupazionale a chi ne fa parte.
I dati sono stati presi da:
[1] https://www.confcommercio.it/-/turismo-in-italia
[2] https://pminews.eu/2024/06/04/turismo-istat-prime-evidenze-per-il-2023-record-con-134-mln-di-arrivi-e-451-mln-di-presenza-in-italia/
[3] https://www.istat.it/it/files/2024/06/Andamento-turistico-italiano-2023.pdf
[4] https://unioncamere.campania.it/sites/default/files/campania_report_congiunturale_turismo_2023.pdf
[5] https://www.istat.it/it/archivio/297926






