La vision di Palmiro Noschese su presente e futuro dell’hotellerie davanti alle sfide mercato

Preparato, ambizioso e con un occhio sempre proiettato verso il futuro. Palmiro Noschese è un manager che studia e cerca di capire dove andrà a finire questo complesso e affascinante mondo alberghiero. In questa intervista con Turismo d’Italia racconta la sua esperienza, il passato da manager di alto livello, la nuova vita e il piacere di dialogare con il mercato attraverso il suo blog.

Parlare di alberghi e albergatori non è facile in questo momento. Bisogna però capire che cosa hanno vissuto negli ultimi due anni. Si riprenderanno?

Intanto dobbiamo dire che in questi due anni il mestiere dell’albergatore è cambiato. Perché chi ha accettato la sfida si è visto costretto a trasformare la professione. Ma oggi ha una carta vincente in mano. Per andare avanti serviranno sempre più trasformazione e adattamento.

E gli altri?

Non sappiamo quanti ma è certo che una parte si è accontentata di sostegni e cassa integrazione. Questi non avranno molte carte da giocare. Credo sia necessario uscire dalla confort zone, anche se in questa fase può sembrare strano dire una cosa del genere. Ma è l’unica via.

Nelle grandi città molte strutture non hanno riaperto. Cosa lascerà questa lunga pandemia?

La realtà dei fatti è nota, perché, se guardiamo Roma e Milano, possiamo dire senza dubbio che una parte non ha ancora aperto. A Milano amici imprenditori viaggiano con tassi di occupazione del 20%. Ma dove vogliamo andare? Fanno salti mortali e non bastano. Pochi giorni fa ero a Roma in un hotel di lusso per lavoro e anche in questo caso le camere occupate non superavano le 20 unità.

Perché allora tenere aperti i battenti?

Per esempio perché aprire e chiudere a seconda del periodo non è conveniente sotto alcuni aspetti, immagini il lato organizzativo. A volte si perdono soldi, ma è l’unica strada per presidiare quel poco di market presente.

In questa fase ammetterà però che non è semplice parlare di rinnovamento. Più facile vendere l’albergo?

Senza dubbio il modello di business non sarà mai più quello di 2 o 3 anni fa. Serve rinnovare il team ma allo stesso tempo bisogna pensare a manager e albergatori con un approccio diverso. Ma negli ultimi mesi mi pare di assistere a un sussulto di orgoglio perché sbocciano esperienze diverse.

Mentre i fondi piombano in forze sulle piazze d’Italia alla ricerca di occasioni. Continuerà anche nel 2022?

Credo proprio di sì. Personalmente ho contatti con fondi di investimento che hanno intenzione di acquistare in Italia. Ma non è tutto semplice perchè chi vende si basa sul giro d’affari del 2019 mentre la finanza che mette il denaro chiede di vedere i numeri del 2020 e 2021. Così si crea la distanza tra le parti.

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